Bardi. Madre Teresa Maruffi al servizio dei poveri e delle fanciulle nel XIX secolo

Copertina tratta dalla biografia sotto presentata

MARIA TERESA MARUFFI (1780-1855) nacque a Piacenza il 4 agosto 1780 dalla contessa Lelia Scotti e dal conte Francesco, discendente di una nobile ed agiata famiglia piacentina. Educata ai principi cristiani fin dalla più tenera età, maturò nel tempo la sua vocazione, fino a che il 15 aprile 1801 emise i voti di castità, obbedienza e povertà ,entrando nel monastero benedettino di S. Maria in Nives di Piacenza. Qui visse per nove anni, cioè fino a che anche il suo monastero fu soppresso e confiscato dalle disposizioni napoleoniche (1810). Obbligata a ritornare nella casa paterna, perchè ridotta allo stato laicale, non si dette per vinta. Essa continuò a vivere la sua consacrazione con un manipolo di altre “ex-monache”, aspettando che gli eventi politici facessero il loro corso.
Intrattenne intanto rapporti con cardinali, vescovi e governatori, testimoniati da una fitta corrispondenza, che le fruttarono la fondazione a Piacenza di un nuovo monastero benedettino: quello cassinese di S. Raimondo, ex convento cistercense femminile. L’impresa le riuscì grazie alla sua tenacia, alla sua fede e all’eredità paterna, che tutta spese in questa impresa. La spingeva a questa donazione totale il desiderio di riportare la vita monastica nella sua città, per testimoniare le principali “doti” della regola benedettina: l’ascolto della Parola, l’obbedienza alla volontà di Dio, l’umiltà e la carità fraterna. Il suo vadecum si può sintetizzare in quello proposto da Cristo “ex
oboedientia, per pietatem, cum humilitate, ad pacem”. E per dare segno vivo dell’amore verso il prossimo, nel“suo” convento (già riconosciuto come monastero claustrale benedettino nel 1835) aprì una scuola gratuita per le bimbe e le fanciulle povere ed analfabete della città piacentina. Ma la missione che essa sentiva di dover portare avanti, non si fermò qui. Nel 1846, vedendo la triste condizione di tante giovani di montagna, condannate a vivere nella miseria e nell’analfabetismo, senza una speranza di un futuro dignitoso, fondò un nuovo monastero a Bardi nel parmense, che subito dotò di una scuola per accogliere le ragazze più povere.
Questo monastero, oggi scomparso, perchè incamerato nel 1864 dalle soppressioni del nuovo stato italiano, fu il suo ultimo atto di amore verso la sua terra e verso i più bisognosi. Si spense infatti il 16 ottobre 1855 dopo aver contratto il colera. Di lei è avviata da tempo la causa di beatificazione.
(La presente biografia è tratta da un contributo biografico su Maria Teresa Maruffi di Suor Maria Elena Conca, monaca benedettina).

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