ANNO 1926 – BARDI. INCIDENTE SUL LAVORO NELLA COSTRUZIONE DELLA CENTRALE IDROELETTRICA (r)

GAZZETTA DI PARMA SABATO 21 AGOSTO 1926

Il crollo di una galleria a Bardi
Due operai gravemente feriti.
Il nostro solerte corrispondente ci manda da Bardi:
Da tempo, a quattro chilometri da Bardi, si sono iniziati i lavori per l’impianto di un importante acquedotto che dovrà alimentare una grande Centrale Idroelettrica. Il lavoro procedeva assai bene e già si sperava di terminare l’impianto dell’acquedotto, prima del termine fissato, quando una disgrazia è venuta a porre una sosta forzata dei lavori gettando nel più vivo dolore due famiglie di onesti lavoratori. Settimane or sono gli operai della Impresa Traversa, appaltatrice della costruzione dell’acquedotto, avevano terminato l’armatura di sostegno di una grande galleria, e ieri era proprio il giorno in cui la galleria doveva essere disarmata. Operazione delicata questa e che deve essere eseguita sotto la diretta sorveglianza di esperti. Non si sa ancora se le cose vennero fatte, come si suol dire “con tutte le regole che Arte insegna” fatto si è che due operai furono incaricati ieri mattina alle otto di eseguire l’operazione di disarmo. Detto lavoro consiste nel picchiare consecutivamente con martelli contro due cunei posti sopra i piedritti delle singole centine dell’armatura. I cunei, scivolando fanno abbassare pian piano l’armatura, lasciando libera la volta della galleria e detta operazione viene fatta quando si è sicuri che la muratura della volta da disarmare sia ben stabile. I due operai, il vicentino Giovanni Gaspari, di anni venticinque e certo Antonio Belli, iniziato il lavoro, cominciarono a battere ritmicamente i cunei. Ora, da quel poco che ho potuto apprendere dai feriti prima che fossero trasportati all’Ospedale, il tragico fatto è avvenuto fulmineo. Già l’armatura era scesa di qualche centimetro, quando ad un tratto, con un rumore spaventoso, fra un rovinio di mattoni e di terra, la muratura della volta precipitava seppellendo i due operai. Subito accorrevano sul posto assistenti ed altri muratori. Dopo un alacre lavoro di sterro i due disgraziati operai venivano tratti di sotto le macerie e ricoverati nella infermeria della impresa. Visitati da un medico chiamato appositamente, questi a mezzo di una automobile privata, faceva trasportare il Gaspari all’Ospedale civile di Fiorenzuola, ove i sanitari riscontravano al ferito la frattura della gamba destra. Il Belli, invece, in condizioni più gravi, con l’autolettiga della Croce Bianca veniva trasportato all’Ospedale Maggiore di Piacenza, ove il medico di guardia riscontrava all’operaio la frattura della colonna vertebrale, mantenendo prognosi riservata.

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