Il cuore grande della nonna Maria. Un racconto di Amanda Marzolini

Il cuore grande della nonna Maria. By Amanda Marzolini

Oggi lascio spazio ad un’altra nonna : Maria, non l’ho mai conosciuta ma qualche passione lei me l’ha trasmesso e mi è sempre mancato di non conoscerla perchè avremmo avuto tanto da dire. Amava moltissimo gli animali.

Maria Polledri era nata a Boccolo dei Tassi ed aveva sposato mio nonno Serafino conosciuto perchè era andato a lavorare da quelle parti. Era nata a Parigi e poi tornata a casa con la nonna. I suoi genitori riposano ancora in Francia. Sapeva parlare e scrivere bene in francese, sapeva fare la giocoliera. La nonna Maria durante la guerra, mentre il nonno era in Montenegro, era rimasta a Costa Geminiana con i figli, dove col marito erano mezzadri. Nel sopravvivere, dava tutto il necessario agli animali per farli vivere, prima dava da bere a loro e poi beveva lei. La fame era tanta, un giorno una pecora cessò la sua vita e lei la seppellì e poi un vicino prese la pecora sotterrata da giorni per mangiarla… La nonna confezionava vestiti con vecchie lenzuola tinte di blu, faceva il bucato con la cenere. Si faceva il pane coi vicini di casa. Dopo l’8 settembre ’43 e l’invasione tedesca, la nonna divideva i compiti con i figli per proteggere e vegliare gli animali e mio padre, che all’epoca era bambino, scalzo faceva lunghi giri dell’oca nei boschi per sottrarre i buoi dai tedeschi. I loro amati buoi. Provate ad immaginare la scena di un bambino piccolo, con i buoi ammaestrati che lo seguivano cautamente e velocemente per disfarsi degli inseguitori anche molto brillantemente.

Anni duri di scontri tra repubblichini, tedeschi e partigiani, con i civili sempre in fuga, sempre a studiare strategie di difesa per non farsi saccheggiare e in effetti non gli saccheggiarono gli animali. Una volta le fazioni partigiane in fuga, abbandonarono nella Dorbora tutte le scorte alimentari e lei le trovò e invece di tenersi tutto, divise con i vicini di casa, al punto che a lei rimaneva meno di tutti tra riso, zucchero, sale e scatolame. Questa era la sua generosità, prima agli altri e poi per lei, nel silenzio, con spontaneità, cristianità, autenticità.

Questo per dire che l’empatia verso il prossimo fa nobile il più’ semplice dei contadini e gli rende onore per l’eternità. Momenti di umanità nel buio storico della Seconda Guerra Mondiale. E a noi, gente di appennino, resta un po’ di generosità e di collaborazione ed empatia? Confidiamo di si.

Amanda Marzolini

 

 

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