VALCENESI DIMENTICATI O…………QUASI. N. 36. BY DIZIONARIO BIOGRAFICO DEI PARMIGIANI di ROBERTO LASAGNI. (r)

RINALDI AMELIA
Neviano degli Arduini 1920-Bore 1990
Maestra elementare. Si trasferì a Bore nel 1950, dopo anni di tirocinio in scuole dell’Appennino, e vi si stabilì dopo aver sposato Mario Papais. La Rinaldi fu il fulcro culturale del paese di Bore. Si fece promotrice di molteplici iniziative, quali la creazione del costume locale che ragazzi e ragazze indossavano in occasione delle feste paesane e l’organizzazione del Corpo Bandistico e Majorettes di Bore.
FONTI E BIBL.: Gazzetta di Parma 24 aprile 1995, 29.

RIVA AUGUSTO
Fornovo di Taro 1892-Vertoibizza Biglia 20 agosto 1917
Figlio di Francesco. Sottotenente medico del Reggimento Fanteria, fu decorato di medaglia d’argento al valor militare, con la seguente motivazione: Travolto e gravemente ferito dallo scoppio di una granata avversaria che recava forti danni al posto di medicazione ove egli si trovava per servizio, conscio della gravità della ferita che pochi istanti di vita gli avrebbe ancora concessi, non volle essere medicato e raccomandando si provvedesse al salvataggio degli altri colpiti, stoicamente si spegneva. Mirabile esempio di sacrificio ed altruismo.
FONTI E BIBL.: Bollettino Ufficiale 1918, Dispensa 39°, 3043; Decorati al valore, 1964, 51.

ROBERTI VENUSTO
Carona di Fornovo 1570 c.-Parma 6 maggio 1630
Entrato verso il 1610 nella Società di Gesù, con sede a Parma, divenne ricercato confessore e anche durante l’infuriare della pestilenza non rinunciò mai ai suoi doveri. Fu uomo di pronto ingegno e grande memoria, indefesso nello studio dei problemi di ufficio, di cui divenne assai perito. Non accettò mai cariche pubbliche perché molto timido e balbuziente. Morì all’età di circa sessant’anni.
FONTI E BIBL.: P. Alegambe, Heroes Societatis Jesu, 1658, 288-289

ROLLERI NINO
Pione (Bardi) 17 agosto 1916-Monticelli Terme 19 settembre 1999
Nel 1920, alla morte del padre, si trasferì con la madre a Cereseto. Frequentò il seminario di Bedonia, dal quale lo allontanarono nel 1930, a tredici anni, perché non ha vocazione allo stato ecclesiastico. Dopo l’espulsione si iscrisse a collegi religiosi di La Spezia, Pontremoli e Alassio. Tornò in seminario a Bedonia per il liceo nel 1936. Poi si recò a Piacenza per i quattro anni di teologia. Il 18 giugno 1943 venne ordinato sacerdote: tre giorni prima gli era stata assegnata la parrocchia di Villora di Varsi, nella Diocesi piacentina. Il 17 settembre 1943 gli fu chiesto di organizzare una spedizione di forme di grana per i primi partigiani di Edoardo Fassoni di Tosca, che si stavano organizzando sul Barigazzo. Il Rolleri non si tirò indietro e cominciò a fare il doppio gioco con i fascisti, fino a che non venne fatto prigioniero. Furono i Tedeschi a liberarlo e poco dopo il Rolleri si impegnò nelle trattative di scambio che permisero di salvare 126 partigiani e 57 Tedeschi. Intanto, in canonica e nelle case dei fedeli, riuscì a ospitare 51 prigionieri inglesi fuggiti dal campo di Fontanellato. Poi dovette scappare a sua volta, con abiti civili e la carta d’identità che lo aveva trasformato in Andrea Casali di Giovanni, ragioniere fidentino, sposato. Ma sempre più spesso vestì da partigiano, con una pistola alla cintola che, sembra, non usò mai. Operò con i partigiani della 31ª e poi della 12ª brigata Garibaldi. Nelle azioni di guerra diede sempre l’estrema unzione ai feriti di entrambi gli schieramenti. Quando Cavestro e altri quattro partigiani furono fucilati a Bardi, il Rolleri aspettò che i nazisti se ne fossero andati, per ricomporre pietosamente i corpi dei cinque. Cercò di salvare anche la vita di una spia fascista. Nel dopoguerra fu parroco di Specchio.Monsignore, cappellano nazionale dell’Associazione partigiani cristiani, dell’Associazione mutilati e invalidi di guerra e cappellano di Sua Santità per nomina di Giovanni Paolo II, fu decorato di medaglia d’argento al valor militare. Morì stroncato da infarto.
FONTI E BIBL.: R.Longoni, in Gazzetta di Parma 20 settembre 1999, 28, e 25 ottobre 1999, 27.

ROLLERI VALENTINO
Illica (Bedonia) 10 dicembre 1799-Borgo San Donnino 18 ottobre 1866
Frate cappuccino, fu predicatore e assistente agli infermi nell’Ospedale di Parma. Fu più volte guardiano. Compì a Piacenza la vestizione (6 luglio 1822) e la professione di fede (7 luglio 1823).
FONTI E BIBL.: F. da Mareto, Necrologio Cappuccini, 1963, 613.

CONTINUA GIOVEDI’ E DOMENICA

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