Fortezza di Bardi. Scoperti gli atti di un processo del XVII secolo. 2^ Parte

MISTERI SCONOSCIUTI NELLA FORTEZZA DI BARDI: Scoperti gli atti di un processo tenutosi nel XVII secolo. By G. Genco 2^ Parte. Valceno Gazzettino Bardigiano n. 12/01-1972/1973

Dopo la scoperta e pubblicazione del carteggio dell’omicidio avvenuto in Bardi nel 1600, ho ricevuto varie lettere dei lettori del Valceno, tutte di consenso. Mi sono convinto che il resoconto del processo ha suscitato legittima curiosità tra i Bardigiani, per cui mi sono proposto di continuare nelle ricerche e così scoprire altri documenti capaci di consentire una dettagliata ricostruzione dei fatti e conoscere la conclusione di una storia che io ritengo completamente fuori dal normale. Prima di passare al contenuto degli altri atti, reputo utile per coloro che non avessero letto la prima pane, riassumere brevemente i1 precedente: Tale Romualdo Rossi, abitante in Bardi, borgo della Mandria, viene trovato ucciso in località Carpana. Del grave episodio vengono accusati tre forestieri che con il Rossi erano in rapporti di affari. I tre si dichiararono innocenti. Vengono condannati però a morte. I giudici hanno dei dubbi sulla colpevolezza di uno dei tre e a costui propongono un patto assolutamente insolito: Avrà salva la vita se impiccherà gli altri due. Questo è quanto ho scoperto in questi giorni.

Passano i tre giorni concessi per la decisione. Il nostro uomo — Pietro Perini — viene convocato dinanzi ai Giudici e dichiara che la sua coscienza di cristiano non gli consente di macchiarsi di un duplice omicidio. E’ interessante riportare le parole esatte della sua rinuncia, ancora perfettamente leggibili: a Fui allevato nella Fede dl Cristo e preferisco passare per la forca invece di sporcare la mia coscienza di uomo A questo punto e opportuno che esponga il contenuto di altri atti collaterali del processo. Ho trovato tali atti in una busta sigillata, allegata al fascicolo principale, contenente atti riservati, Tali documenti Si riferiscono a noti-zie raccolte dagli organi di Polizia intorno a tutti i protagonisti del processo, ma che non fanno parte del carteggio ufficiale. In un documento c’è la testimonianza di un militare di stanza a Compiano il quale da notizia che il Rossi Romualdo aveva un’amante in quel Comune; vi e anche il nome dell’amica; Francesca Romiti, di anni 28, di notoria bellezza, con esercizio di osteria in Compiano. Da quanto ho potuto apprendere, questa Francesca era sposata e si incontrava spesso con il Rossi. I1 marito era a conoscenza della tresca, ma lasciava correre. date che il Rossi si mostrava alquanto generoso (nulla dl nuovo sotto i1 sole)! A questo punto le date del carteggio fanno un salto di ben 2 anni. Tale fatto l’ho capito dalla circostanza che in una petizione scritta unitamente, i tre prigionieri si lamentavano dl essere ancora in catene da 2 anni a invocavano la clemenza dei Giudici e chiedevano dl essere scarcerati perchè innocenti. Seguono altri documenti di scarsa utilità per il mio racconto . Ed arriviamo ad un facto eccezionale. Prima di comprendere bene quanto stavo leggendo, ho faticato non poco, perchè il processo ora assume della tinte insospettate. Vi è una dichiarazione In forma autografa, di un Parroco — taccio il nome — il quale dichiara che sotto giuramento una persona, dl sesso maschile, ha confessato dl essere lui l’autore dell’uccisione del Rossi Romualdo. I magistrati prestano fede alle parole del Parroco, ma chiedono (con insistenza e minacce) che venga fuori il nome dell’assassino. II Parroco conferma che la notizia l’ha appresa sotto giuramento e che in nessun caso potrà fare i1 nome. II suo interessamento discende da una questione di coscienza, in quanto vuole salvare i tre, che ora sembrano innocenti. Seguono altri fogli poco utili alla mia storia. Da una relazione riservata del Co-mandante della milizia di Compiano circa la Francesca Romiti apprendo che i1 Rossi le faceva doni consistenti, che vengono così descritti: 1) Piccolo podere in località Cereseto 2) Cascina e fondo in Farfanaro 3) Vestiti e gioielli. Dalla relazione emerge che la Francesca è una donna di straordinaria bellezza, e che di amanti ha solo il Rossi. L’Informatore intendeva certamente dire che iI Rossi, con i suoi mezzi, non correva il pericolo di dover condividere con altri le grazie della sua affettuosa amica. Interessante quello che ora l’informatore riferisce sul marito della Romiti. I1 Romiti da qualche tempo aveva migliorato le proprie condizioni economiche, aveva acquistato una casa in Compiano, nelle adiacenze del castello, e aveva riscattato un fondo da tempo ipotecato. Qui ho dovuto sospendere le ricerche. Al prossimo numero fare sapere cos’altro ho scoperto. Questa storia comincia ad appassionarmi più di quanto pensavo.

 

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