CORREVA L’ANNO 1931. “AGRICOLTURA E PROGRESSO. DIFFICILE CONNUBIO IN MONTAGNA”.GLI AGRICOLTORI DI BARDI E LA SEMINATRICE

GLI AGRICOLTORI DI BARDI E LA SEMINATRICE – L’AVVENIRE AGRICOLO – N. 9 – SETTEMBRE 1931

E’ una cosa che non fa molto piacere, ma che deve ugualmente essere detta: nel Comune di Bardi non vi sono che otto seminatrici. Sono poche, troppo poche!

E si nel Bardigiano sono assai numerosi gli agricoltori che hanno poderi abbastanza vasti e ben sistemati e che hanno i mezzi più che sufficienti per fare l’acquisto. Proprio: i mezzi per acquistare questa macchina li hanno quasi tutti, perché anche senza essere agenti delle imposte, si può affermare che le mille lirette, o giù di li, che occorrono per tale acquisto, non possono mancare che a ben pochi. Qualcuno mi potrà fare osservare che “quattrini e santità metà della metà” ed anche “ che “gli uomini e i maiali non si possono stimare che dopo morti”, tuttavia sono certo di non errare.

Non mi vengano a parlare di difficoltà dipendenti dalla giacitura del terreno: l’amico Bottarini ha dimostrato coi fatti, che si può seminare anche nelle ripe più erte. Non mi si faccia presente che Tizio seminando a spaglio, ha ottenuto un prodotto superiore a quello di Caio che ha usato la macchina. Se ha avuto questa fortuna non stia a dirlo, perché sarebbe come menar vanto della propria ignoranza e come voler sostenere che il sapere non vale nulla, perché il Signor Analfabeti ha fatto i milioni, mentre il povero Sapienza è morto in miseria. Per buona fortuna, al giorno d’oggi, sono pochi i non convinti della utilità della seminatrice. Piuttosto sono moltissimi coloro che pongono avanti le ragioni economiche. Di questo quindi voglio discutere un poco.

Come si spiega che il signor Scarpagrossa ha acquistato l’altro giorno una cavalla e l’ha pagata tremila lire (era una gran bella cavalla) quando con mille lire poteva prendere una cavalla che poteva fargli il medesimo servizio? Eppure Scarpagrossa dice di non avere i mezzi per acquistare la seminatrice. Come si spiega che il signor Raperonzoli ha speso l’anno scorso settemila lire in avvocati e spese legali, per aver citato il vicino in merito ad un albero che sorgeva sul confine e di cui entrambi sostenevano la proprietà? Raperonzoli non avrebbe fatto meglio a lasciare la pianta al vicino ed acquistare invece la seminatrice, anzi………sette seminatrici?

Come si spiega che…………Oh! Ma basta, perché dei casi simili se ne potrebbero citare a centinaia.

Mi si potrà far osservare che ognuno in casa sua e con i suoi soldi è padrone di fare quel che vuole, senza dover rendere i conti a nessuno. Verissimo! Però Scarpagrossa, Raperonzoli e gli altri cento, si lamentano della crisi e non cercano di alleviarla producendo di più. L’indispensabile seminatrice sarebbe un’arma che servirebbe moltissimo allo scopo, perché senza di essa non si può neppure sognare i 30, i 40 e più quintali di grano per ettaro.

Cari miei, fate tutto ciò che è in vostro potere per produrre di più ed allora……….potrete avere un po di diritto di dire che gli anni sono magri.

DOTTOR  R. FORLANI

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