VALCENESI DIMENTICATI O…………QUASI. N. 26. BY DIZIONARIO BIOGRAFICO DEI PARMIGIANI di ROBERTO LASAGNI.

LUSARDI CRISTOFORO MATTEO
Cereseto di Compiano o Casaleto 24 febbraio 1778-1853
Fu medico e chirurgo oculista.Studiò presso l’Università di Pavia, avendo a maestro il grande Antonio Scarpa, e trascorse gran parte della sua vita peregrinando per l’Europa (Francia, Belgio, Svizzera e Italia) ed esercitando la professione di oculista con l’operare centinaia di individui di cataratta e di pupilla artificiale.Nel 1810 emigrò inFrancia con la famiglia, prendendo residenza a Lilla, e nello stesso anno presentò la tesi Préjugés sur l’operation de la cataracte, con cui ottenne anche la laurea a Duisbourg in Westfalia.Sono di quegli anni vari viaggi del Lusardi in Prussia, Olanda e Belgio, dove operò con successo (gratuitamente per gli indigenti) molti malati di cataratta, mentre i giornali delle varie città dove si fermò riportarono le notizie delle cure e dei risultati ottenuti.Nel 1819 ritornò per breve tempo in Italia e nella Gazzetta di Parma del 28 agosto si dice disposto a curare malattie d’occhi, alloggiando all’albergo del Pavone.In occasione del suo soggiorno in Parma offrì alla Ducale Biblioteca un suo trattato sul cristallino (Sur l’opacité du Cristallin et sur l’operation de la cataracte), pubblicato nel 1811: la notizia è riportata dalla Gazzetta di Parma dell’11 settembre.Nel Calendario di Corte del 1820 è nominato per la prima volta oculista di S.A.R. e I. la Duchessa di Parma (e tale fu fino al 1847, e in seguito ebbe lo stesso titolo con Luisa Maria): è lecito pensare che tale onorificenza gli fosse concessa durante la sua permanenza a Parma.Un figlio del conte Linati venne operato di cataratta e come lui altre sei persone a Milano, con buon esito, secondo i Mémoires sur la cataracte congenitale del 1827.Riprese quindi a viaggiare attraverso il Belgio e la Francia e ogni sua sosta fu annunciata sui giornali con l’invito a comperare le sue opere.Si interessò a una epidemia di oftalmia che mieteva vittime specie negli eserciti dei Paesi Bassi (1826).Già dal 1821, ne L’Ami du Roi et de la Patrie si poteva leggere un violento attacco al Lusardi (opera di qualche collega), accusato di ciarlatanismo per il suo modo di comportarsi, anche se ne veniva riconosciuto il talento e il fatto che le autorità dei vari luoghi dove aveva operato erano sempre state soddisfatte, specie per le cure gratuite ai poveri.Gli attacchi al Lusardi continuarono per parecchi anni e si ebbero risposte del Lusardi stesso per difendersi e per affermare la sua priorità per l’invenzione di un ago adatto alle operazioni di cataratta, contro le affermazioni del dottor Baratto.Nel 1843 il più violento attacco venne dalla Gazette Médicale belga che chiese l’allontanamento del Lusardi dal Belgio e rimproverò ai giornali politici di pubblicare avvisi pubblicitari di ogni genere, senza considerare che l’operazione della cataratta era delle più ordinarie, mentre sembrava che il Lusardi volesse far cadere dall’alto ogni suo intervento.Anche in Francia fu al centro di polemiche, ma questa volta per questioni non completamente personali: infatti prese parte alle discussioni tra i medici così detti enciclopedisti e gli specialisti, prendendo le parti di questi ultimi, nel 1843, come decano degli specialisti in oftalmojatria.Il Lusardi dovette però valere come chirurgo perché, a parte il successo che ottenne presso il pubblico, anche scienziati del nome di Giacomo Tommasini lo stimarono (in una lettera del 1829 quest’ultimo si rammarica di non aver potuto incontrarlo). Anche l’oculista piemontese Carran du Villars ne parlò bene, citando il suo magnifico ingegno, anche se non condivise la troppa pubblicità legata all’opera del Lusardi. Nel 1830 il Lusardi conobbe il generale Guglielmo Pepe, allora esule in Belgio, e, allo scoppio della rivoluzione di luglio, lo aiutò a varcare la frontiera con la Francia approfittando del fatto che i gendarmi non gli chiedevano i documenti perché lo conoscevano bene.Numerose sono le opere lasciate dal Lusardi: oltre il trattato sul cristallino, pubblicòMemoires sur la cataracte congenitale (1827), De l’ophtalmie contagieuse (1831), Essai phisiologique sur l’iris, la rétine et les nerfs de l’oeil (1831), Mémoire sur le fungue hématode et médullaire de l’oeil (1831), Sur la cataracte noire et la manière de la distinguer de la goutte sereine.
FONTI E BIBL.: U.A. Pini, Vecchi medici, 1960, 31; U.A. Pini, in Archivio Storico per le Province Parmensi 1979, 271-273.

MALASPINA GAETANO
Pellegrino 1656/1662
Dottore e Notaio, fu Commissario di Pellegrino dal 1656 al 1662.
FONTI E BIBL.: A.Micheli, Giusdicenti, 1925, 13.

MANFREDI FRANCESCO
Solignano-Bodrez 15 maggio 1917
Caporale Maggiore del Reggimento Alpini, fu decorato di medaglia d’argento al valor militare, con la seguente motivazione: Alla testa della sua squadra, si slanciava arditamente contro l’appostamento di una mitragliatrice, per imposessarsene, finché cadeva colpito a morte.
FONTI E BIBL.: Bollettino Ufficiale, Dispensa 26a, 1918; Decorati al valore, 1964, 119.

MANTOVANI GLICERIO
Fornovo 1840-Parma 18 giugno 1898
A diciannove anni fece parte del Comitato dei dodici (che nel 1859 a Parma tenne corrispondenza segreta col Piemonte), dei quali fu capo Francesco Scaramuzza. Poco tempo dopo, insieme con alcuni amici, fondò un giornale liberale, l’Amico dell’Operaio.Ma poi si dedicò completamente agli studi e nel 1864 si laureò ingegnere architetto, entrando in seguito nello studio di Spreafichi.Nel 1865 sostenne l’esame per poter occupare la cattedra di Fisica e Chimica nell’Istituto d’Agronomia di Parma.Fu dapprima assistente alla cattedra di fisica per quindici anni e nell’anno scolastico 1891-1892 tenne la supplenza dell’insegnamento, essendo morto il Pigorini.Dal 1896 in poi occupò il posto di aggiunto presso l’Osservatorio meteorologico, per il quale compilò un riassunto completo delle osservazioni fatte negli ultimi quarant’anni. Scrisse un’opera Sui metodi da seguirsi nella soluzione dei problemi di geometria.
FONTI E BIBL.: A.Pariset, Dizionario biografico dei Parmigiani, 1905, 64; G.Sitti, Il Risorgimento italiano, 1915, 412; G.Pighini, Storia di Parma, 1965, 164-165.

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